Piatti tipici napoletani

Napoli, una città da mille sfumature : il detto dice ” vedi Napoli e poi muori” nel senso buono del significato, ossia che una volta visitata, non solo non si vuole andare più via, ma ci si rende conto che è davvero unica. 
Qui profumi di mare, di cibo e bucato si mischiano nei vicoli più caratteristici e sembra che il tempo in questo luogo si sia fermato.  Vediamo i piatti tipici Napoletani

Pietanze e usanze Napoletane

PIZZA

A Napoli tenimm o’ sole o’ mare e a’ pizz”

Almeno una volta nella vita un napoletano vi avrà detto questa frase.. Beh In effetti ha proprio ragione. la pizza Napoletana è una Signora Pizza e non ha rivali, diffidate dalle imitazioni, ve lo consiglio. 

La pizza è il simbolo di Napoli ed è uno dei cibi più consumati.
La versione originale è semplicemente fatta con pomodoro, mozzarella e basilico fresco e può essere servita alla maniera classica oppure a “portafoglio” , piegata in 4, e magari consumata passeggiando in Piazza del Plebiscito .
Le versioni più gustose sono un centinaio: pizza fritta, calzone, con la bufala,pistacchio e mortadella… Insomma è un piatto “libero” da regole culinarie. 

O’ CUOPPO

Intraducibile se non in “il coppo” , in riferimento al termine napoletano “accupputo” che viene utilizzato per indicare qualcosa di concavo, chiuso all’estremità; indica il foglio di carta di giornale che veniva usato per assorbire l’olio di frittura delle “sfiziosità” che conteneva : crocchè di patate, zeppoline, pesce fritto e verdure.
Il primo street food delle generazioni passate.

MOZZARELLA DI BUFALA

La famosa mozzarella di Bufala. è un altro classico che non può mancare nella cucina tradizionale partenopea. Mangiata da sola o accompagnata con la pizza di scarole , è un colosso della tavola ed è come il colore nero, sta bene con tutto. 

CASTAGNE DEL PRETE

Nel periodo autunnale, a cavallo magari con il giorno dei morti : questi sono i giorni in cui le Castagne e i melograni fanno da padroni di scena. 

Le Castagne del Prete infatti sono una pietanza di tradizione campana, e ne esistono di due versioni, quelle “infornate” e quelle “tenerelle” : le prime vengono semplicemente sgusciate e passate in forno ventilato per 30 minuti dopo averle tolte dal fuoco di legno di castagno, e poi immerse o in acqua o in acqua e vino per reidratarle;
le seconde, non vengono sgusciate e seguono lo stesso procedimento, ma con aggiunta di zucchero e rimangono più dolci;
entrambe sono anche molto usate a Natale, magari dopo il cenone interminabile.

TORTANO O CASATIELLO?

Altro piatto della tradizione natalizia è il Tortano o Casatiello, stesso impasto: un lievitato realizzato con acqua, farina, lievito sale e pezzi di avanzi di salumi, come mortadella, salame e prosciutto crudo, ai quali vengono aggiunti anche pecorino e uova, sode.
La differenza tra i due è che nel Casatiello, la tipica forma di ciambella, al centro, viene colmata con un uovo sodo non sgusciato.
Anche questa è una pietanza tipica del 25 Dicembre, non della Vigilia , poichè secondo la tradizione, il 24 non si mangia carne di alcun tipo.

GATTO’ DI PATATE

Altra prelibatezza ma di origini assai povere, è il Gattò di patate : è una sorta di sformato realizzato con patate, prosciutto o altri salumi, provola, mozzarella e cosparso di pangrattato sulla superficie, in modo fargli fare la crosticina; con le patate avanzate si prepara pasta, patate e provola

FRITTATINE DI PASTA

Siccome non si butta via niente, nel caso avanzino degli spaghetti, riarrangiarli a mo’ di frittata di pasta, è legge per i napoletani.
Vengono semplicemente sbattute le uova come per fare la classica frittata e poi viene aggiunta la pasta, il tutto cotto a fiamma alta in una padella e chiuso con il coperchio per poterla poi girare dall’altra parte quando è cotta. 

SARTU’ DI RISO

Per rimanere in tema di “avanzi” si è soliti preparare anche il sartù di riso , un timballo di riso con ragù napoletano, piselli, funghi pancetta, mozzarella o provola, polpette di carne, salsicce e uova sode.

SALSICCIA E FRIARIELLI

L’intramontabile secondo della domenica è spesso salsiccia e friarielli ( la parte più sviluppata delle cime di rapa ) che vengono soffritte con l’aglio e poi lasciate stufare insieme alle salsicce. 

DOLCI

Parlando di dolci, nella pasticceria napoletana non mancano il Babà al rum, il cornetto e le sfogliatelle! Queste ultime che siano lisce o ricce, sono davvero uniche e inimitabili. 

STRUFFOLI

Iniziamo da loro : semplici palline di impasto (con farina, uova, burro e sale) fritti nell’olio, lasciati asciugare e poi cosparsi di miele e zuccherini colorati.

SANGUINACCIO

Come dolce di Carnevale invece, secondo la tradizione, non poteva mancare il Sanguinaccio,
per i quali andavano matti grandi e piccini, ma che oggi non è più possibile farlo perchè veniva realizzato con sangue di maiale, dentro al quale venivano sciolti il cacao, il cioccolato e la cannella. Anche i più tradizionalisti devono accontentarsi della versione “vegan”.

PASTIERA

Nel periodo di Pasqua invece, ci si arma di pazienza e si fa la Pastiera : un dolce realizzato con pasta frolla, ricotta, crema , canditi, cedro ed essenze profumate.
I tempi della vera pastiera sono di circa 16/24 ore, poichè il ripieno deve riposare per acquisire tutti i profumi che sprigionerà durante le ore di cottura, sì LE ORE .

Questi sono solo i piatti più noti.. Per scoprirli tutti, bisogna recarsi in Campania, con la consapevolezza che si ritornerà a casa con almeno 2 chili in più. 

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