La noti subito, lì, bellissima e imponente tra le altre isole che, insieme a lei, formano un arcipelago ricco di colori variopinti, suoni orientali e odori speziati. È la più grande, la più viva, la più multiforme: Singapore è una metropoli galleggiante che seduce e invita il viaggiatore ad approdare presso i suoi lidi per conoscere un mondo diverso, distante dal nostro Occidente per un’infinità di motivi: posta a 152 km a nord dell’Equatore e, google maps alla mano, a più di dieci mila di km dalla nostra bella Italia – corrispondenti a circa 11 ore di viaggio in aereo, Singapore racconta una storia altra, meravigliosa proprio perché esotica ed affascinante. Non è un caso che più del 42% della popolazione locale sia, in realtà, costituita da stranieri, ospiti benvenuti e sempre accolti da una realtà iper-avanzata e in grado di offrire ottime possibilità di studio e lavoro.
È la più grande, la più viva, la più multiforme: Singapore è una metropoli galleggiante che seduce e invita il viaggiatore ad approdare presso i suoi lidi per conoscere un mondo diverso, distante dal nostro Occidente per un’infinità di motivi: posta a 152 km a nord dell’Equatore e, google maps alla mano, a più di dieci milioni di km dalla nostra bella Italia – corrispondenti a circa 11 ore di viaggio in aereo, Singapore racconta una storia altra, meravigliosa proprio perché esotica ed affascinante. Non è un caso che più del 42% della popolazione locale sia, in realtà, costituita da stranieri, ospiti benvenuti e sempre accolti da una realtà iper-avanzata e in grado di offrire ottime possibilità di studio e lavoro.

Il nome dell’isola deriva da Singapura che, in lingua malese significa Città del leone; la vera curiosità di un simile nome risiede nel fatto che non sia mai stata registrata la presenza di leoni in questa regione, quanto piuttosto, al massimo, delle famose tigri della Malesia, razza locale famosissima per la bellezza felina. È più probabile, invece, che tale definizione derivi da un’antica leggenda che vede un certo principe sbarcare in quest’isola dopo una terribile tempesta e venir accolto da un leone, appunto, simbolo di buon auspicio. In suo onore il principe avrebbe poi fondato la città di Singapore, regalando al mondo una regione ricchissima di storia, culti e tradizioni affascinanti. È con grande gioia che quindi mi sento di dire: Grazie signor leone!
Clima
Il clima dell’isola è equatoriale, caratterizzato dall’assenza di una classica distinzione netta tra le stagioni – a Singapore, infatti, non è possibile operare una suddivisione in periodi di pioggia o secca; è l’umidità a farla da padrone. La temperatura, infatti, è uniforme per la maggior parte del tempo, a mutare è il livello di umidità nell’aria e le consequenziali piogge, a volte torrenziali a volte leggere.
Possedere delle nozioni in merito al clima dell’isola diventa fondamentale, dunque, per tutti coloro che abbiano intenzione di visitarla: i mesi più caldi, ottimi per chi ami passeggiare in maniche corte, magari gustando un buon dolcino fresco, saranno aprile e maggio; più umidi, invece, novembre e dicembre.

Lingua
Numerosissime sono le lingue che a Singapore avrete la possibilità di sentire: ovviamente, per ragioni storiche, la prima lingua ufficiale è il malese – in malese è cantato l’inno della città stato, a seguire vi sono il cinese standard, il tamil e l’inglese; fondamentale per favorire il turismo in questa regione. Sì, perché Singapore ha anche un passato europeo: fondata dai britannici intorno al 1800, da questi ha preso in prestito il sapore della lingua inglese, oggi utilizzata soprattutto dalla pubblica amministrazione e largamente parlata dalla popolazione; del resto questo è un vantaggio anche e soprattutto per le popolazioni locali, le quali rischierebbero di veder chiuso ogni sbocco verso “fuori” per colpa di una lingua ardua da capire e difficilissima da imparare.
Cosa vedere nella Città del Leone
Singapore è una città dai molti volti: è antica, ricca di storia, costellata da un’infinità di culti e tradizioni classiche che danno la possibilità al viaggiatore di perdersi in un mondo completamente diverso, rimasto, quasi, agli albori della civiltà. Eppure, la Città del Leone è anche altro, emblema di un avanzamento tecnologico e ingegneristico senza pari. La posizione geografica dell’isola, infatti, ha messo gli abitanti di Singapore nella condizione di dover necessariamente studiare un modo intelligente per coniugare l’immensa presenza di verde con il sapore moderno dei metalli e dei grattacieli: a dispetto, infatti, di un buon 20% del territorio dedicato alle riserve boschive e naturali – i Giardini Botanici di Singapore sono una bellezza rara, patrimonio dell’umanità premiati anche dall’UNESCO e meta turistica assolutamente da non perdere – sono presenti anche più di 4.500 grattacieli posti proprio nel cuore della città.
Da visitare, anche e soprattutto, la statua del Merlion sita nel Merlion Park e costruita nel 1966: la struttura, simbolo di Singapore, infatti, sorge nell’unione dei due elementi portafortuna della città, ovvero il leone e il pesce.
I Gardens by the Bay

IGardens by the Baypoi, rappresentano l’unione perfetta tra antico e nuovo, classico e moderno: un giardino immenso e variopinto abitato da strutture moderne dal finissimo gusto architettonico. L’ambizione degli ideatori stava nel voler raccontare la storia di Singapore: alberi verdi e alberi in metallo creano un paesaggio suggestivo; imperdibile per chi, come me, ami la natura e l’estro dell’umana mente.
Meta non per tutti – astenersi coloro che soffrono di vertigini – è sicuramente la Infinity edge pool svettante su Singapore dall’incredibile hotel Marina Bay Sands: certo, bisogna essere clienti della struttura alberghiera per accedervi, ma le offerte frequenti rendono questa visita assolutamente abbordabile. La vista da lì, infatti, diventerà ricordo indelebile del vostro viaggio a Singapore.
Qualcuno ama le orchidee? Perfetto, perché nei Giardini botanici di Singapore se ne vanta la più grande esposizione esistente al mondo con più di 400 varietà, ognuna splendida per foggia e colore. Visitare i Giardini è un must se veramente si ha il desiderio di capire il senso della filosofia di Singapore: silenzio, natura, bellezza e varietà.
Come ogni metropoli che si rispetti, anche Singapore possiede una via interamente dedicata allo shopping e ai negozi di classe: Orchard Road accoglie i passanti coi suoi viali immensi e gli alberi svettanti quasi a ricreare una bolla serena intorno a chi passeggia, ma gli abitanti dell’isola sono anche molto severi. È vietato fumare lungo i viali – esistono delle apposite zone dotate di posacenere dove è possibile fumare senza essere multati – così come, strano a dirsi, è assolutamente bandito l’uso delle gomme da masticare!
China town
China town conclude il percorso delle grandi mete da visitare: il sapore della cultura cinese vive e resiste ancora grazie ai preziosi e antichissimi templi, sempre affollatissima ma assolutamente degni di visita. Le botteghe la fanno da padrone: lungo i viali che conducono ai templi sete, stoffe spezie e cibi tradizionali fanno compagnia al viaggiatore, sempre indeciso su cosa assaggiare o provare prima; le persone devote camminano a piedi scalzi mentre un cicaleggio indistinto di preghiere e sorrisi anima quei luoghi.
Cosa fare a Singapore
Wonder Full Ligh and Water Show è il nome di uno dei più bei spettacoli offerti da Singapore ai suoi gentili visitatori: davanti al famosissimo Marina Bay Sands, tra le 20.00 e le 21.30, infatti, sulle acque vicine vengono proiettati filmati, immagini, luci e colori mentre fuochi d’artificio meravigliosi riempiono gli occhi al ritmo di musica.
Con questo benvenuto si passa oltre, verso il Museo della Civiltà Asiatica dove sono ancora oggi custoditi come tesori preziosi manufatti, ornamenti e preziosi provenienti da tutta l’Asia. Visitare un posto del genere significa toccare con mano il senso della cultura orientale e, per chi come me, viaggi per respirare l’aria del luogo, questo posto è un vero e proprio balsamo per il cuore.
Per gli amanti della fauna, invece, ecco che, sicuramente meta di grande valore è lo Zoo di Singapore dove gli animali, invece che essere maltrattati e rinchiusi, vivono in stato di semilibertà e in climi assolutamente simili a quelli del loro ambiente d’origine. Un grande rispetto anima, infatti, la cultura del luogo, soprattutto verso gli animali.
Infine, per coloro che visitano e conoscono un luogo anche attraverso le papille gustative – alzi la mano chi ama il cibo orientale! – una sezione di questo mio racconto non poteva non essere dedicata a dove trovare le migliori prelibatezze del posto: al Mercato Hawker ci sono cibi speziati provenienti da ogni angolo dell’Asia, dai granchi al peperoncino alle teste di pesce al curry che travolgeranno il vostro palato con gusti assurdi e buonissimi, ma, ovviamente, a seconda del quartiere in cui ci si recherà si avrà la possibilità di mangiare piatti sempre diversi e particolari. Se a Little India, ad esempio, potremo assaggiare i “turckarri”, stufati speziatissimi, e le “raita”, insalate gustose, a China town, invece, assaporeremo i piatti conosciuti anche in Italia ma cucinati secondo le vere e originali ricette.
Singapore è uno dei viaggi che mi rimarrà più nel cuore: stupisce con le sue meraviglie così diverse dal classico senso di bellezza a cui siamo abituati. Emoziona coi suoi stili differenti, culti particolarissimi e cibi speziati oltre ogni ragione. Attrae, la Città del Leone, per la sua enorme capacità di coniugare il classico al moderno, il verde al grigio metallo, senza mai disturbare l’occhio stupefatto di chi guarda. Un altro mondo che merita di essere vissuto e conosciuto: questa è Singapore.